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Nome:
Richard Prince

Nato a Panama ma cresciuto negli Stati Uniti, agli inizi degli Anni Settanta Richard Prince cercava di mantenersi ritagliando articoli di quotidiani e riviste. Alla fine della giornata il suo tavolo era ingombro delle pagine pubblicitarie che non sarebbero mai servite a redattori e ricercatori. Prince cominciava a porsi delle domande sugli anonimi personaggi che vi comparivano. Cos'erano? Non celebrità, non miti, i testimonial dovevano ancora essere inventati però parlavano alla cultura di massa, interagivano con il pubblico con il loro modo di porgersi, di vestire, erano delle presenze reali. Erano degli archetipi nascosti, clandestini, non autorizzati. A quei tempi Prince già disegnava, ma le pubblicità che raccoglieva gli sembravano infinitamente più interessanti. Comincia, così, a riprodurle, a studiarle, a reinquadrarle. Comincia ad esporle come propri lavori e a dar vita alla serie che l'ha poi reso famoso, i cowboy delle pubblicità della Marlboro. Nel frattempo scrive racconti e testi per i suoi libri d'artista. La parola è per lui molto importante, tanto che compare anche nei suoi quadri sotto forma di frammenti semicancellati di vignette del New Yorker, oppure di brevi e fulminanti battute serigrafate su superfici dipinte via via più complesse, la serie dei Jokes.
Parole, musica, scultura, fotografia, reprografia, disegno, pittura, grafica: non c'è attività estetica nella quale Prince non si sia misurato. Le sue opere, dalla fine degli Anni Novanta in poi, sono delle vertiginose combinazioni di tecniche e materiali. Ogni sua mostra è diversa dalla precedente per temi, tecniche, sensibilità, come se nella sua etica d'artista ci fosse il bisogno di sfuggire a ogni insabbiamento. Eppure c'è un filo conduttore che ci guida tra le sue opere così diverse tra loro. Noi siamo quello che siamo, sembrano dirci, ma siamo anche quello che vorremmo essere, il riflesso dei miti ai quali facciamo riferimento, come i cowboy delle sigarette.

MUSEI E GALLERIE D’ARTE CHE OSPITANO LE SUE OPERE
Guggenheim Museum, New York, USA
Metropolitan Museum of Art, New York, USA
MoMA, New York, USA
Victoria and Albert Museum, Londra, Inghilterra
Dallas Museum of Art, Texas, USA
Museum of Fine Arts, Boston, USA

BIOGRAFIA ESSENZIALE
Richard Prince nasce nel 1949 a Panama, nella zona del Canale a quel tempo occupata dagli Stati Uniti, da genitori di cittadinanza statunitense. Nel 1974, dopo un vano tentativo di essere ammesso ad una Scuola d'Arte di San Francisco, si trasferisce a New York dove viene assunto da Time-Life nel reparto archivistico avendo, così, l'occasione per cominciare a collezionare avidamente ritagli pubblicitari. Nel 1977 comincia l'attività basata sulla riproduzione fotografica, la reprografia, mettendo a punto le tecniche di taglio e reinquadratura che diverranno una sua firma. Risale al 1984 la prima serie dei Jokes, dipinti con varie tecniche che contengono testi di barzellette, spesso a sfondo cupo e amaro. Nel 1992 il Whitney Museum di New York gli dedica la prima grande personale "istituzionale" che di seguito viene esposta in musei di Düsseldorf, San Francisco e Rotterdam. Nel 2000 dà inizio alla serie Nurse painting dove l'esile base fotografica è sommersa da un uso molto intenso della pittura. Nel 2007, in una nuova serie di opere, Prince esegue interventi pittorici, secondo uno stile che molti ritengono ispirato a de Kooning, su immagini fotografiche di matrice soft-porno reprografate e ristampate a getto d'inchiostro.

MOSTRE PRINCIPALI
Guggenheim, New York, USA
Whitney Museum, New York, USA
Serpentine Gallery, Londra, Inghilterra
Astrup Fearnley Museet for Moderne Kunst, Oslo, Norvegia

Walker Art Center, Minneapolis, USA

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vedi opere:
Uno Nessuno Centomila